Carissimi genitori e figli,
desidero rendermi presente con discrezione e semplicità per offrire a ognuno di voi un familiare augurio di
Buon Natale. Immagino che nelle vostre case sia già pronto il presepe che racconta e ricorda a grandi e piccoli
un’affascinante storia d’amore. E come ogni storia che tocca il cuore è appropriato contemplarla in
silenzio, il frastuono non ci permette di pensare per capire l’impensabile e l’inaudito.
Mi permetto una confidenza: tra le statuine del presepe una mi ha sempre affascinato, quella
dell’incantato. Il suo volto esprime stupore e meraviglia, egli sosta a debita distanza dalla grotta per poter
cullare dentro di sé il Mistero che cerca di scrutare. La sorpresa dell’incantato è anche la nostra, non è Dio
che è Salvatore, ovvio, ma il Salvatore che è un bambino, che abita la paglia di una mangiatoia, questa è la
sua gloria, è un Dio che si abbassa in una grotta dove manca tutto, eccetto la vita autentica e vera.
A Betlemme tutto è dimesso, tutto è umile, la Madonna, san Giuseppe, i pastori … non danno spettacolo.
Da tanta piccolezza inizia la più grande rivoluzione della storia. La lezione è chiara: si può essere notevoli
senza essere notati. Come voi genitori, Natale riqualifica il vostro lavoro quotidiano di educatori, senza
testimoni e senza elogi, impedite al mondo di andare in frantumi.
La stessa notizia della nascita non sceglie le strade imperiali della comunicazione, ma un canale povero e
inadeguato, il sentiero dei pastori, la voce passa dall’uno all’altro lungo il viaggio. Da voce a voce, da
sentiero a sentiero fino a noi: “Oggi vi è nato un salvatore”. Non è un dono da cullare, ma per scuoterci. A
conti fatti il Natale ci ricorda il dovere di nascere. E’ per questo che siamo nati: per fiorire, per darci alla
luce, per crescere fino all’ultima sera della vita. Il Natale ci ricorda che c’è qualcosa che è peggio del morire:
smettere di nascere. Il “festeggiato” ci vuole protagonisti di una vita che Lui ci dona.
Da Betlemme arriviamo a Torino nel 1846, una tettoia, quei primi ragazzi con don Bosco non avevano
trovato un luogo dignitoso, ma un pollaio abbandonato e malandato unico spazio per poter crescere lontani
dai pericoli. Per don Bosco era il posto più bello del mondo, sognava e pensava, “avremo una chiesa, una
scuola, e spazi per i giochi”. Toccanti le parole di “buonanotte” che don Bosco offre ai suoi ragazzi in quei
giorni: “Ricordatevi di Gesù Bambino, dell’amore che porta e delle prove d’amore fino a morire per voi.
Fate come i pastori di Betlemme: andate spesso a trovarlo, si trova nel tabernacolo il bambino di
Betlemme, unica differenza i pastori lo videro con gli occhi del corpo, noi con gli occhi della fede”.
Natale 2021 a Firenze vuol dire … condivisione. E’ il tema degli apprezzati ritiri natalizi dei nostri ragazzi:
“Non c’era posto per loro”. E’ facile essere spettatori nel teatro del mondo, ma è responsabilità di ognuno
di noi diventare protagonista di una vita che ci è donata, allora Natale non sarà solo un giorno.
La vita è una collana, noi le perle, il Bambino di Betlemme il filo, non c’è collana senza filo, come non c’è
collana senza perle. Le perle sono i segni di condivisione e di bene di ogni giorno. Ogni gesto di attenzione
all’altro è segno di Natale e farà splendere la collana della vita. Se vogliamo essere persone libere e giuste
che sentono la fraternità, non dimentichiamo la strada del presepe.
Alle vostre famiglie auguro di poter vivere le due grandi attese natalizie, pace e speranza, possano riempire
i cuori di ciascuno di voi. Con quella cordialità e affetto di chi condivide la stessa strada dell’educazione, a nome della comunità
salesiana e della comunità educante, auguro buon Natale
don Gino
Istituto Salesiano dell' Immacolata
L’Opera Salesiana di Firenze segue l’ispirazione di Don Bosco, come casa che accoglie, parrocchia che evangelizza, scuola che avvia alla vita e cortile in cui incontrarsi in allegria.
Ancora oggi attraverso la Scuola, l’Oratorio e la Parrocchia si prefiggono lo scopo di fare di ogni giovane “un buon cristiano e un onesto cittadino”.